domenica, Agosto 17, 2025
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Paola De Vivo: «Nonostante il Pil cresca, i laureati scappano» – Corriere del Mezzogiorno

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Prof.ssa De Vivo

La direttrice del Dipartimento di Scienze politiche della Federico II: «In Campania e nel Sud grandi potenzialità, manca una governance capace di integrare e di dare futuro a queste eccellenze»

«La Campania fa da traino per il Mezzogiorno ma persistono criticità come il sommerso, il lavoro povero e la fuga dei laureati». La professoressa Paola De Vivo, sociologa economica e direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli, disegna un quadro con ombre e luci del mercato lavoro campano.

Qual è la situazione del mercato del lavoro in Campania?
«Siamo davanti ad un chiaroscuro particolare. Il Pil campano cresce in maniera superiore rispetto a quello italiano, facendo registrare una crescita procapite dell’1,7% media annua. Un trend trainato da settori che definiamo le punte di diamante della regione come il turismo, l’agroalimentare, l’aerospazio e la logistica».

Questi dati sono i chiari, gli oscuri?

«All’interno di una Campania che è traino del Mezzogiorno e che fa meglio di altre regioni del centro-nord, persistono una serie di profonde problematiche strutturali».

Quali?
«Le crisi di imprese importanti, il lavoro nero e quello povero annidati in settori specifici che coincidono con le eccellenze come il turismo o l’agroalimentare. C’è poi un trend dell’emigrazione che riguarda, sopratutto, i giovani laureati, che non riusciamo ad invertire».

Una fuga di cervelli che svuota la Campania?
«È giusto che i talenti abbiano la possibilità di vivere esperienze professionali in giro per il mondo per crescere e imparare, il problema è che non riusciamo a farli tornare».

Innanzitutto capiamo perché vanno via.
«La domanda di lavoro campano non riesce ad intercettare questi talenti. Abbiamo università d’eccellenza che si stanno anche ridefinendo orientandosi verso un approccio applicativo e formano figure nuove fondamentali per i settori più innovativi del mercato del lavoro. Purtroppo però tra salari e retribuzioni basse e mancanza di servizi, i nostri laureati trovano altrove le condizioni migliori per realizzare i loro sogni ed esprimere il loro talenti».

Come valuta le politiche fatte fino ad oggi sul mercato del lavoro?
«Purtroppo non hanno portato a risultati soddisfacenti. Ci siamo limitati agli incentivi alle imprese, all’assistenzialismo del reddito di cittadinanza e sono ancora assenti le politiche attive per la formazione».

E se ci focalizziamo sulla Campania?
«C’è stata una parcellizzazione degli interventi e una scarsa concentrazione sui settori che avrebbero avuto bisogno di potenziarsi. Con i fondi strutturali, ad esempio, non sono stati raggiunti gli obiettivi previsti».

Perché?
«Il tema del lavoro è scomparso dal dibattito pubblico. Le politiche per le imprese, quelle per il lavoro e quella per la formazione non sono mai state integrate e la conseguenza è che il mercato si muove da solo e si espande il lavoro nero e quello povero, sopratutto in settori d’eccellenza che presentano alti tassi di sommerso».

Perché le politiche sul lavoro non hanno dato i frutti sperati?
«La discontinuità politica italiana, unita allo scarso raccordo tra politiche regionali e nazionali hanno reso vane anche le politiche più illuminate. L’instabilità rende precario il mondo del lavoro, perché se ad ogni cambiamento di governo si cancella quello che è stato fatto prima non si possono fare valutazioni reale degli interventi e diventa impossibile capire gli effetti concreti di ogni politica».

Se sono mancante le policy come spiega i dati positivi?
«Il Mezzogiorno in questi anni complessi di globalizzazione, crisi geopolitiche e mutamenti del mercato internazionale, tutto sommato, ha mantenuto e la Campania è il traino di quest’area del Paese, dunque il nostro tessuto economico ha delle potenzialità importanti sulle quali bisogna però agire con politiche serie e lungimiranti che comportano fatica e tempi lunghi».

Possiamo dire che se ci fossero le politiche giuste potremmo diventare un’eccellenza europea?
«Esatto. In Campania, e nel Mezzogiorno in generale, abbiamo potenzialità enormi per creare lavoro e occupazione di qualità, è mancata una guida a queste potenzialità; una governance capace di integrare e di dare futuro e spazio a queste eccellenze».

Fonte: Articolo di Claudio Mazzone sul Corriere del Mezzogiorno

Pubblicato il bando per la partecipazione al 41° Ciclo di Dottorato del Dipartimento di Scienze Politiche in “Politiche Pubbliche di Coesione e Convergenza nello Scenario Europeo”

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E’ online il bando per la partecipazione al 41° Ciclo di Dottorato del Dipartimento di Scienze Politiche in “Politiche Pubbliche di Coesione e Convergenza nello Scenario Europeo“. Le domande vanno presentate entro le ore 12.00 del  07/07/2025.

Il bando di Ateneo è disponibile qui:https://www.unina.it/documents/11958/67020687/DOT_41_bando.pdf

Il link alla pagina del Dottorato: https://www.scienzepolitiche.unina.it/dottorato/

Presentazione IV Rapporto sui crimini nelle aree metropolitane del Paese. Il fenomeno della violenza sulle donne

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Sarà presentato Lunedì 9 giugno, alle 11.00 nell’Aula Magna Storica, in corso Umberto I, il IV Rapporto sui crimini nelle aree metropolitane del Paese. Questo IV Rapporto è incentrato sul fenomeno delle diverse forme di violenza verso le donne.

Aprirà i lavori il Rettore Matteo Lorito, cui seguiranno i saluti istituzionali della Direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche Paola De Vivo, il Presidente dell’Istituto “S. Pio V” di Roma, nonché Rettore della “G. Fortunato” Giuseppe Acocella.

Introdurrà i lavori: Giacomo Di Gennaro, Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Criminologiche, investigative e di contrasto ai crimini informatici.

Interverranno: Martina Semenzato, Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e ogni forma di violenza di genere; Barbara Poggio, Prorettrice Università degli Studi di Trento; Simona Feci, Università degli Studi di Napoli l’Orientale; Raffaello Falcone, Procuratore della Repubblica Aggiunto di Napoli e Responsabile della Sezione “Indagini su Violenza di genere e tutela fasce deboli della popolazione”; Nunzia Brancati, Dirigente Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Napoli.

Il lavoro di ricerca è stato curato da Giacomo Di Gennaro, Dipartimento di Scienze Politiche e Riccardo Marselli, dell’Università Parthenope.

Il fenomeno della violenza verso le donne, espressione ancora radicata della più ampia violenza di genere, resta una forma di discriminazione e di controllo dell’uomo sulla donna che non solo mortifica la donna come tale ma la depriva della dignità umana. Il fenomeno presenta connessioni non solo di tipo culturale e psicologico, ma anche economico e sociale. Le diverse risposte istituzionali non riescono ancora a produrre effetti significativi non solo di sradicamento del fenomeno ma almeno di eguagliabile contenimento. Se consideriamo la forma più estrema di violenza, il femminicidio, nel 2024 si sono consumati 113 omicidi di donne, di cui 96 sono state uccise in ambito familiare/affettivo per mano di ex partner o partner. Nel corso del 2025 al 2 giugno siamo già a 27 donne uccise, alcune di età molto giovanile. La cifra di una violenza che si esprime in forme diverse, si consuma in tutti i territori del Paese ed è trasversale ai ceti e alle classi sociali, è data dall’aumento del numero di ammonimenti effettuati dal questore che nel 2024 sono cresciuti del 91% (8.604 rispetto ai 4.498 del 2023, di cui 2.746 ammonimenti per stalking o revenge porn e 5.858 per violenza domestica). Gli ammonimenti stigmatizzano negativamente gli offender con obbligo di astenersi da atti di molestia, minaccia, stalking, violenza domestica, revenge porn. E’ ancora lunga e in salita la strada da percorrere per liberarsi di una cultura maschilista che distorce il senso dell’amore, della protezione, della relazione verso le donne. Occorre una profonda rivoluzione culturale da parte dei maschi e una sostanziale rivisitazione dei modelli educativi delle giovani generazioni incentrati sull’accettazione della libertà e del riconoscimento dei diritti delle donne.

Locandina IV rapporto Save The Date

Nuova modalità on-line per la richiesta di Assegnazione Tesi !

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Immagine esempio di form
Immagine di storyset su Freepik

Si segnala che è on-line il nuovo Form per la richiesta di Assegnazione Tesi, lo strumento ufficiale per la raccolta e la gestione delle richieste di tesi da parte degli studenti.

Il modulo è sviluppato per agevolare la procedura di richiesta di assegnazione tesi da parte degli studenti iscritti ai corsi di laurea del Dipartimento di Scienze Politiche.

La nuova modalità di richiesta tesi è dunque la seguente:

  • dopo aver contattato il docente individuato come potenziale relatore, il laureando chiede un incontro con lo stesso. Il docente, dopo l’accesso al sistema attraverso le credenziali istituzionali, provvederà alla compilazione del modulo in tutte le sue parti.

In questo modo le richieste sono raccolte automaticamente e rese disponibili ai membri della Commissione Didattica tramite il back-end di Microsoft Forms.